La nostra storia:

Era la sera di sabato 29 agosto del 2015, stavo passeggiando con mia moglie Giulia per le strade di Lignano Sabbiadoro dove stavamo passando gli ultimi giorni di vacanza dal rientro da un viaggio nel nord Europa. Ad un tratto squilla il telefono: un caro amico con voce impaurita e confusa mi comunica che Dario aveva avuto un bruttissimo incidente sulla strada costiera che porta a Trieste e che, dalle notizie avute, dopo aver ricevuto le prime cure presso l'ospedale cittadino, lo stavano trasferendo in elicottero al nosocomio di Udine dove si trova un centro specializzato per traumi alla colonna vertebrale. 

Per un attimo mi si ferma il cuore, resto senza parole tanto che, dopo aver chiuso la telefonata, ci metto qualche minuto per raccontare l'accaduto a mia moglie. Ritrovata, per quanto possibile, un po' di lucidità non ci penso un attimo e mi precipito a Udine. Giunto al pronto soccorso mi dicono che Dario si trova in sala operatoria e che bisogna aspettare. Io e Giulia ci uniamo ai famigliari per farci forza e sperare che tutto si risolva per il meglio. Dopo qualche ora, a notte fonda, compare finalmente un medico e contestualmente vedo Dario passare intubato e fasciato, diretto verso il reparto di terapia intensiva dove, ci viene comunicato, sarà ricoverato. Ci dicono che le prime ore saranno decisive per conoscere quello che sarà il futuro del nostro amico.

Passano i giorni, le settimane, e Dario sembra piano piano migliorare così come il pericolo di vita pare finalmente scongiurato, ma la notizia ormai certa è che purtroppo ha perso completamente l'uso delle gambe. Da quel momento nella mia testa solo un unico pensiero: come poterlo aiutare?

Quello che volevo fare era, sì, aiutarlo in qualsiasi modo, ma soprattutto non volevo che in un momento così tremendo per la sua vita lui si sentisse solo.

Dunque, viste anche le innumerevoli chiamate da parte degli amici comuni che desideravano informazioni e rendersi utili in qualche modo, mi venne un'idea. 

Pensai che venendo quasi tutti dal mondo della pallacanestro, avremmo potuto unire le nostre forze per restare così vicini a Dario ed aiutarlo in maniera concreta. 

Così pensai di rendere "operativo" il nostro gruppo di amici attraverso le braccia di un'associazione che potesse dare sia un aiuto concreto che uno morale, innanzitutto a Dario, ma anche a chi come lui ne avesse bisogno. 

In fretta contattai altri nove amici con i quali condividere questo progetto. 

Non ci volle molto per convincerli: il tempo di una telefonata e la squadra fu fatta! Mancava il nome, ma a quello a dire il vero ci pensò mia moglie. Tanta burocrazia, iscrizioni, atto notarile e poco prima di Natale UN CANESTRO PER TE ONLUS era realtà! A sostenerci, come testimonial, fin da subito furono grandi nomi della pallacanestro nazionale, in ordine anagrafico: Davide Cantarello, Alessandro DePol, Giammarco Pozzecco, Michele Mian, Marco Carra, Andrea Pecile, Daniele Cavaliero e Michele Ruzzier che ringrazierò sempre per il sostegno dato.

Attraverso le nostre ormai inconfondibili magliette arancioni incominciammo subito a diffondere il nostro messaggio: "aiutaci a vincere le partite più difficili, segna anche tu un canestro con noi!". Siamo infatti nati per offrire sostegno a Dario ma non ci fermiamo e desideriamo aiutare chiunque ne abbia realmente bisogno. 

Per Dario la risposta dal mondo della pallacanestro, e non solo, non si fece attendere e con la generosità dei nostri sostenitori riuscimmo a fare quanto ci eravamo prefissati. Dario infatti, grazie all'aiuto di tutti, oggi ha una casa ristrutturata per le sue nuove esigenze sia internamente, -con bagno, camera e salotto rifatti completamente-, che esternamente, con un nuovo accesso dotato di rampe e pedana elevatrice che lo porta direttamente al parcheggio dove trova la sua nuova macchina completa di tutte le necessarie dotazioni per una guida in sicurezza.

La risonanza della nostra associazione e la generosità delle persone sono state tali che, con le donazioni raccolte, abbiamo potuto aiutare anche Boris che si è sottoposto ad un doppio trapianto di reni, Manuel affetto da SLA, gli amici terremotati del centro Italia ai quali abbiamo fatto pervenire un tir carico di aiuti veri e palloni, canestri e magliette della nostra associazione per i più piccoli. Ancora abbiamo aiutato l'associazione Brainpowers di Gorizia che sostiene lo sport per disabili e infine abbiamo dato una mano a Giulio, Riccardo e Daniela le cui storie si possono trovare sul nostro sito Web (www.uncanestroperte.it). 

Fino ad arrivare ad oggi e all'ultimo progetto che stiamo sviluppando e che abbiamo preso a cuore in favore di Enrico, ex cestista di 25 anni che, a causa di un tumore alla gamba, deve sottoporsi ad un'amputazione e che si é rivolto a noi per aiutarlo ad acquistare un tutore diverso da quello che gli verrebbe fornito attraverso i canali istituzionali, quindi uno tecnologicamente più evoluto e che gli consentirebbe di essere più agile e di ritornare a correre!!! Un obbiettivo che insieme a voi vogliamo realizzare perché ad un ragazzo di 25 anni non si può negare il sogno di tornare a vivere una vita normale. 

Ancora una volta insieme a voi, ancora una volta vi chiedo di aiutarci a vincere le partite più difficili, ancora una volta vi chiedo di segnare un canestro insieme a noi!

Permettetemi un ringraziamento particolare ai soci fondatori dell'associazione senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile:

Paolo Rosignano, Andrea Radovani, Marco Aiello, Riccardo Bassi, Gianluca Galaverna, Igor Marini, Niko Stokely, Andrea Schina, Gabriele Gilleri. Si sono recentemente uniti a noi Lucio Tomasini e Giorgio Petrucci